giovedì 6 settembre 2007

Royal Enfield - mito e storia viaggiano su due ruote

Le moto moderne sono perfette. Forse troppo. Anno dopo anno i costruttori raggiungono traguardi fino a pochi anni fa impensabili. I giapponesi producono razzi a due ruote in grado di superare i 100 km/h in prima! Arrivando a sfiorare i 300 km/h in sesta. Le moto sono sempre più performanti e leggere. Un vero concentrato di tecnologia. Nei primi anni '70 le superbike si chiamavano Norton Commando e Triumph Bonneville. Moto essenziali. Con ciclistiche poco più che ridicole e freni pressoché inesistenti. Velocissime. Per i parametri di allora. Come uno scooter. Per i parametri attuali. Ma ricche di fascino.

Il tempo ha reso loro giustizia. Dopo oltre 30 anni pare ci sia un ritorno alle "moto d'epoca". Gioielli anni '70 ottimi anche ai giorni nostri. Da un lato case come Triumph e Kawasaki ripropongono la loro moderna (nessuna perdita d'olio e freni efficaci) [ri]lettura di questi classici. Dall'altro intrepidi motociclisti, forse un po' snob, si contendono i pochi esemplari "originali" ancora in circolazione. Tra i due estremi però esiste una terza via. Esattamente nel mezzo. E come spesso accade "in medio stat virtus".

E' folle a pensarci bene. Anacronistico. Paradossale. Ancora oggi è, per chiunque, possibile comprare una moto di 50 anni fa. Nuova. Da immatricolare. Meglio, chiunque oggi può comprare una moto che da 50 anni è uguale a se stessa. Ovviamente è una moto inglese. O quasi. E' una moto che in origine è stata progettata e costruita in Inghilterra. Ma, più o meno in contemporanea al [tra]crollo dell'industria motociclistica britannica, ha visto spostare le linee produttive in quel magico [sub]continente di nome India. Li la storia e la produzione di questa gloriosa moto sono proseguite fino ai giorni nostri.

Questa moto ha un nome: Royal Enfield Bullet. Paradossale. Come molte cose che vengono dall'India. Ma carico di fascino. Come tutto ciò che arriva dall'India. Bullet (proiettile) richiama alla mente la velocità. La potenza. In realtà questa moto non può gareggiare nemmeno con un piccolo scooter moderno. Il paradosso sta proprio in questo. In un'industria in cui la ricerca è completamente tesa verso la modernità e la velocità estrema, la Bullet fa del fatto di essere immutata da oltre 50 anni la sua forza. Salire su una Enfield significa fare un viaggio nel tempo. Si riscopre il gusto della moto. Del viaggio solitario. Dell'avventura. La bassa velocità permette di godersi il panorama. Di stare lontano dalle autostrade. Di viaggiare su strade secondarie o lungo la costa. Il viaggio diventa il fine. Non lo strumento per raggiungere la meta. Non tutti possono apprezzare il piacere derivante da una Royal Enfield. Piccole soddisfazioni. Poesia. Come partire senza orologio. Guidare lentamente, gustandosi un buon toscano tra le labbra. Viaggiare senza meta, a bassa velocità, con il vento che accarezza il volto. Solo chi ha passione può apprezzarla fino in fondo.

Un fantastico esempio di travolgente passione è quello del Capitano. Romantico Uomo di altri tempi. Per amore di queste due ruote angloindiane ha abbandonato un lavoro sicuro. Si è romanticamente gettato in un'avventura tanto illogica (dal punto di vista reddituale) quanto affascinante. Il Capitano ha creato Royal Mc Queen la prima concessionaria monomarca interamente dedicata alle Royal Enfield. E' a Bologna. Ovviamente. Terra di motori e di passione. E di passione il Capitano ne ha da vendere. Crede nelle sue idee e nei suoi sentimenti. Basta guardare il suo sito internet per rendersene conto.

Con nostalgia mi torna in mente un altro fantastico Uomo. Carlo Talamo. Il folle progetto del Capitano è simile a quello di Carlo e della sua Numero Uno. Vendere moto apparentemente obsolete che nessuno vuole. Talamo ha saputo risvegliare la passione (ma anche la moda) in moltissimi motociclisti. Ha creato un fenomeno di costume. Mi auguro che il Capitano possa fare altrettanto. Il primo passo è già stato compiuto. La prima special è già disponibile. Le altre arriveranno. Presto. Capitano, forse lungo la tua navigazione dovrai più volte affrontare tempeste e bonaccia. Per favore tieni duro. Ne abbiamo tutti un grande bisogno!

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