domenica 16 marzo 2008

Evel Knivel il mito

Tempo fa Andy Warhol pronunciò una delle affermazioni più usate ed abusate della storia: "...nel futuro tutti avranno 15 minuti di celebrità". Forse Warhol aveva ragione. In realtà credo sia oggi più corretto parlare di 15 minuti di visibilità. La celebrità, la fama sono un'altra cosa. Già un'altra cosa. Ma cosa esattamente?

Oggi esiste un metodo empirico molto semplice e pratico per definire chi è celebre. Si dice che chi sia apparso almeno una volta come guest star in un episodio dei Simpson sia una vera celebrità. E' capitato agli U2, agli Aerosmith, a Bill Clinton e a tantissimi altri. Uno dei primi ad apparire in tale veste (o meglio con il nomne di Lance Murdock) è stato Evel Knievel una vera leggenda del mondo delle due ruote.

Evel purtroppo ci ha lasciato per sempre verso la fine del 2007. Ma la sua leggenda durerà in eterno. Non ero ancora al mondo quando lui ha iniziato a compiere le sue gesta folli e meravigliose. Sono nato quando la sua carriera era ormai verso il termine, eppure mi sembra di aver sempre respirato l'aria leggendaria delle sue imprese. E' stato citato anche in un episodio di Happy Days con Fonzie intento ad emulare le sue gesta saltando una interminable fila di barili.

Le sue imprese hanno colpito l'immaginario collettivo. Come il salto a Las Vegas nel '68 in cui ha tentato di saltare le fontane del Caesar's Palace (che ha ispirati la performance di Lance Murdock in Viva Ned Flanders) rovinando a terra e causandosi fratture multiple. O il tentativo di attraversare il canyon su una moto-razzo. Insieme al numero delle sue fratture, Evel a fatto crescere in modo esponenziale la sua fama e la sua ricchezza.

Evel in vita è stato esagerato in tutto. Ha iniziato la sua carriera da scavezzacollo con rapine e altri atti criminali. Ma poco alla volta si è trasformato nella figura leggendaria che ha incantato il mondo. E' diventato una celebrità planetaria grazie alle sue imprese impossbili. Tanti hanno provato ad imitarlo ma nessuno lo ha mai eguagliato. Essere celebri, essere una leggenda significa anche questo. Essere unici ed inimitabili, essere i primi. Per sempre. Non solo per 15 minuti.

giovedì 6 marzo 2008

Bonneville, il lago salato

Gli Americani, si sa, sono un po' particolari. Si vantano del fatto che edifici con più di trent'anni vengono normalmente abbattuti per far posto a costruzioni più moderne. Poi però se vengono in Italia sono capaci di scoppiare a piangere commossi dopo aver ammirato imbambolati per più di mezz'ora "L'ultima cena di Leonardo". Sono fatti così.

Gli Americani, si sa, sono spesso esagerati. In tutto. Nel cibo ad esempio. Una sola bistecca servita in una qualsiasi Steak House può saziare fino a quattro persone "normali". E lo sport? Il calcio è giocato ovunque. Dalle ragazze in particolare. Ma a livello professionistico non ha una gran seguito. Il motivo è semplice. Non è uno sport esagerato! Nel calcio si vince uno a zero. Due a uno. Raramente quattro a zero!!! Ma a volte si pareggia. Orrore! Si può pareggiare e soprattutto i punteggi non sono esagerati??? Già, niente a che fare con basket e football. E gli sport a motore? Ci provano a portare la Moto GP negli USA ma l'interesse non è proprio enorme. Loro amano i Big-Foot, i crash rodeos e altre amenità simili.

Ma gli americani spesso sanno sorprenderci. La loro passione per la velocità trova una delle sue espressioni più romantiche nella corsa sul lago salato di Bonneville. L'idea è semplice. Sulla superficie piatta del lago folli motociclisti (ed automobilisti) devono lanciarsi al massimo della velocità per qualche chilometro. Tutto qui. Vince chi, nella rispettiva categoria, raggiunge la massima velocità. Sembra banale. Ma anche i 100m piani lo sembrano. Eppure sono l'evento più atteso di Olimpiadi e mondiali di atletica.

A Bonneville si corre contro se stessi. Lo scopo è solo uno: spaccare il record precedente. Il lavoro di anni si gioca in pochi istanti. Tutto lo sforzo invisibile si concentra in una manciata di secondi. E cosa si vince? Nulla. O meglio tutto. Si vince la sfida di Bonneville, quella del record di velocità.

Folli questi americani. Sono riusciti a concepire la sfida più pazza, affascinante e romantica. A questo punto dobbiamo solo sperare che anche qualche folle italiano studi come conquistare un record a Bonneville. Le potenzialità e l'inventiva ci sono. Vedremo.

giovedì 14 febbraio 2008

Don - Bollywood

India e straordinarietà sono un binomio indissolubile. Il governo indiano ha riassunto questo concetto in una frase semplice ed efficace. Incredible !ndia. Si. L'India è davvero qualcosa di incredibile. Di unico.

Recentemente ho avuto un'esperienza di questo tipo. Straordinaria. Poco importante forse. Certo. Ma significativa. Un piccolo esempio di magia durante Un breve viaggio a Hyderabad. Nel sud del paese. Durante il volo di ritorno mi sono trovato a scegliere quale film guardare tra gli oltre 350 a mia disposizione. Da sempre affascinato dalle produzioni di Bollywood ho cercato in questa sezione. Purtroppo la mia ricerca non ha dato risultati interessanti.

Il mio vicino però è stato più fortunato. Forse perché per 4/5 del viaggio ha tenuto le mani congiunte pregando ininterrottamente. Forse perché indiano. Chi sa. In ogni caso più volte mi sono trovato a sbirciare il suo monitor abbandonando la visione del mio film. Sono rimasto folgorato. Mai visto nulla di più folle e funky. Immagini di indiani in abiti anni '70, impegnati in balli coreografici ed in epiche battaglia degne dei migliori karate movies di Hong Kong!

Dovevo sapere assolutamente che film era. Dovevo vederlo anche io. Come fare a trovarlo tra oltre 300 titoli? Incredible !ndia! Non appena il vicino di posto si è alzato ho "accidentalmente" urtato il suo monitor attivandone il menù. Ho memorizzato il numero relativo al film. Immediatamente sul mio dispositivo ho cercato quel titolo: Don. Un film del 1978. Lo sapevo, anni '70. Stile inconfondibile. Lo volevo. Come fare a trovarlo? Semplice. Ho atteso con pazienza e ho lasciato che lui trovasse me.

Più tardi, a terra, vagando nel Duty Free di Dubai ho cercato il negozio di CD e DVD. Volevo quel film. Don! Mi oriento verso la sezione Bollywood: solo roba recente. Ma ad un certo punto l'incredibile (India) accade. Vedo il film. Un DVD di un film indiano del 1978?! Per di più visibile in tutte le regioni del mondo. Senza alcuna limitazione! Quanti segni avevo ancora bisogno di ricevere? Preso. senza alcun indugio!

Incredible !ndia. Un episodio banale questo. Certo. Ma che dimostra come l'India sia totalmente un altro pianeta. Come dice un mio amico l'India è un pezzo di Marte caduto sulla terra. E li tutto può accadere. Anche che un oggetto desiderato venga trovato grazie all'intervento del caso.

martedì 22 gennaio 2008

Hotel Reservations


E' incredibile. Internet ormai è parte della nostra vita. Tramite la rete ormai si può fare di tutto. Non sempre però si capisce la portata di questo strumento. Davvero rivoluzionario. Molti sono gli usi utili di internet. Studio. Lavoro a distanza. Gioco. Intrattenimento. Ma anche servizi.

I viaggi ad esempio. Solo pochi anni fa organizzare un viaggio voleva dire obbligatoriamente appoggiarsi ad un qualche tipo di agenzia. Era praticamente impossibile prenotare un volo od un albergo in modo alternativo. Oggi grazie alla potenza della rete nulla sembra più facile. E scontato. Si scontato. Nel senso di ovvio. Ma anche di risparmio. Grazie ad internet sono nate e si sono evolute le compagnie aeree low cost. E se questo a messo in crisi alcune importanti compagnie poco importa. Ciò che davvero interessa è che indipendentemente da quale sia la mia destinazione posso trovare aerei ed alberghi comodamente seduto sul divano di casa.

La prova della grande efficienza di questo strumento l'ho avuta di recente. Per motivi di lavoro devo recarmi a Dubai ed in seguito in India. Ma non a Delhi o a Bombay. No. In un posto molto meno noto. A Hyderabad. Sud dell'India. Dopo aver sistemato la pratica voli mi sono concentrato, con poca fiducia, sulla ricerca dell'albergo. Surfando la rete ho trovato un sito parecchio interessante per chiunque debba prenotare un Hotel.

Mi è bastato inserire la keyword Hyderabad nel motore di ricerca ed in pochi secondi ho avuto una panoramica completa di tutti gli Hotel della città! Ho potuto vedere in anteprima prezzi, disponibilità e soprattutto informazioni dettagliate degli alberghi. Stupendo. In pochi minuti ho risolto il mio problema. E ad un prezzo davvero conveniente.

Incuriosito ho provato a fare nuove ricerche. Ho cercato le migliori offerte per un resort alle Bahamas. Ho trovato offerte fantastiche. Ho cercato un hotel per un week end a Londra. Anche in questo caso sono rimasto colpito dalla vasta scelta a disposizione.

Ok. Se cercavo una prova che internet non è solo sesso e musica l'ho trovata. Organizzare viaggi non è mai stato più semplice. Viva la rivoluzione. Almeno quella digitale!

giovedì 17 gennaio 2008

Padova Bike Expo 2008

Una volta il Motor Show di Bologna era considerato l'evento più importante dagli amanti dei motori. Anche la Fiera di Milano, dal quasi impronunziabile acronimo EICMA, ha da anni conquistato lo status di meta obbligatoria. Recentemente però una piccola manifestazione locale ha saputo imporsi all'attenzione del grande pubblico. Anno dopo anno il Bike Expo di Padova è cresciuto. Diventando uno dei più importanti appuntamenti per gli amanti di Specials.

In effetti ciò che differenzia il Bike Expo da tutti gli altri appuntamenti istituzionali è la quasi esclusiva presenza di esemplari unici. Andare a Padova richiede un certo grado di preparazione. Bisogna scordarsi le moto giapponesi, iperperformanti, plasticose e prodotte in serie con lo stampino. No. A Padova si va per vedere delle opere d'arte. Custom estreme. Bobber ignoranti. Elaborazioni impossibili pronte a sfidare le leggi della fisica. Al Bike Expo vale tutto. Purché sia rigorosamente fuori serie. E fuori di testa.

Padova a gennaio si trasforma nella capitale europea delle moto radicali. Commissionate da moderni mecenati amanti della meccanica. Oppure costruite in garage durante lunghe e gelide notti invernali da appassionati artigiani. Il risultato è comunque sempre lo stesso. Moto che trasudano personalità. Amore per la meccanica e l'estetica. Pezzi unici che gridano la loro rabbia contro le convenzioni e contro la normalizzazione. Moto quasi sempre fuori legge. Praticamente impossibili da immatricolare. Ma che solcano comunque le nostre strade. Moto da ribelli, da pazzi, da malati di mente. In una parola moto vere.

Girare tra gli stand del Bike Expo vuol dire sognare. Sognare ad occhi aperti. I migliori customizer europei si sfidano senza esclusione di colpi nei vari contest. Quest'anno il mitico Roberto Totti ha già fatto parziale disclosure su alcuni modelli che presenterà. Tanto per far capire che a Padova non esistono regole, e non esistono limiti alla fantasia, il buon Roberto porterà una Lambretta in stile Hawaiiano, un inedito motard supermaneggevole su base Honda ed un Bobber pazzesco su base Ducati. Narra la leggenda che durante le prove post assemblaggio Totti sia passato facendo rombare il Bobber estremo davanti ad una pattuglia della Polizia. Pare che gli agenti esterrefatti non abbiano nemmeno tentato di fermare il Maestro, convinti di aver solo sognato. Certe moto in effetti possono esistere solo nei sogni. Ma a Padova, almeno una volta all'anno, i sogni diventano realtà.

lunedì 31 dicembre 2007

Pino Scotto


La prima volta che ho sentito parlare Pino Scotto è stato come ricevere un pugno in faccia. Ero alla festa di Rock Tv, per sentire Giuliano Palma e i Blue Beaters. Di Pino conoscevo solo il nome. Prima del suo live hanno proiettato un'assurda intervista in cui ha sintetizzato il suo pensiero. Ai più è parso ridicolo e paradossale. Ignorante e volgare. In seguito con la sua musica ha confermato la sensazione. Poi, per fortuna, sono arrivati i Blue Beaters. E Pino Scotto è sparito dalla mia mente e dai miei ricordi.

Da pochi mesi però Gianculino mi ha portato sulla cattiva strada. Ogni venerdì sera su Rock Tv Pino Scotto conduce un programma. Per un'ora vomita sul pubblico la sua volgare filosofia. Rispondendo alle domande o agli insulti (dipende) ricevuti via sms. Il tutto è intervallato da video (rock) più o meno storici. La trasmissione conferma ulteriormente l'impressione originaria.

Con il tempo però ho capito una cosa. Pino Scotto è vero. E non è poco. Cento volte l'ho sentito dire che ha lavorato per 34 anni in fabbrica facendo rock di notte. E' la verità e nessuno lo può contraddire. Ed ha ragione quando attacca il sistema dicendo che siamo un paese di rincoglioniti che sbavano per gli idioti dei reality. Non si può controbattere. Ed ha ragione anche quando attacca chi si conforma alla massa. No doubt.

Pino Scotto resta comunque volgare e a tratti ridicolo. La sua musica continua a non piacermi. Ma alla fine ho capito. Dice sempre le stesse tre o quattro cose. E' vero. Ma ho capito che ci crede. Sul serio. E lo ha dimostrato durante tutta la sua vita. E continua a farlo. Con i fatti. A quasi 60 anni. Per questo, per questa sua incredibile coerenza, merita comunque grande rispetto. Grande Pino Scotto.

lunedì 17 dicembre 2007

Il nuovo album del Cifa

Gli artisti sono un po' particolari. Si sa. Raramente sono visti come persone "normali". Anche se a dire il vero io non ho ancora capito cosa voglia dire "normale". Comunque una cosa è certa, avere a che fare con artisti spesso vuol dire avere a che fare con persone un po' bizzarre. Credo sia in qualche modo legato alla loro sensibilità. Alla loro capacità di filtrare e riversare emozioni.

Questa sensibilità superiore però è quasi sempre legata a qualche mancanza. O meglio a qualche stranezza. Un chiarissimo esempio di questo concetto è rappresentato in carne ed ossa dal mio grande amico Gigi Cifarelli. Il Cifa è una persona incredibile. Un musicista straordinario. Un chitarrista che nulla ha da invidiare ai più grandi maestri americani. Anzi...Il Cifa ha sempre il sorriso sulle labbra. E anche quando non ha una chitarra in mano strappa sorrisi a tutti con la sua incontenibile gioia.

Ma essendo artista anche lui ha il suo, punto debole. La sua anomalia. Il suo problema è la gestione del tempo. Piuttosto critico per un chitarrista! No, in realtà il tempo Gigi lo tiene come pochi altri. Il problema è la gestione del suo tempo. Al di fuori della musica. Lui ci prova. In tutti i modi. Ma non riesce ad organizzarsi. Si maledice per questo. Ma proprio non ci riesce. Vorrebbe fare in due ore cose che ne richiederebbero almeno quattro. Alla fine è sempre di corsa (non solo in bici!). In ritardo. Alla perenne rincorsa degli eventi.

Questa cosa non è necessariamente negativa. Come quando suona per il suo pubblico. E continua a farlo per due ore oltre l'orario di chiusura. E' felice e rende felici i suoi ammiratori. Altre volte però la cosa è meno positiva. Ad esempio quando deve registrare un disco. E non si decide. Certo, perché sa che quando inizia non può più smettere. Ore infinite in studio a riversare su nastro la sua arte. E allora rimanda. Ma questo non piace ai suoi amici!

Gigi, siamo a fine anno. E' tempo di buoni propositi. Fanne uno per tutti noi. Prometti di metterti al lavoro. Il nuovo disco è pronto nella tua testa. Hai le idee molto chiare. Non farci aspettare ancora. Chiuditi in studio e registra. Spero che chiunque legga questo post ti mandi una mail per chiederti di non indugiare oltre! Forza Cif, il tempo passa e noi siamo sempre più impazienti!

venerdì 14 dicembre 2007

Springsteen e la E-Street Band - Milano

Benché all’epoca fossi piuttosto giovane ricordo che il primo concerto di Springsteen a S.Siro è stato un evento storico. Ancora oggi chi ha partecipato allo show lo ricorda come eccezionale. Forse irripetibile. Già irripetibile. Ho visto dal vivo Sprigsteen in più occasioni. Dal 1999 ad oggi ho assistito alla sua evoluzione artistica. Ho avuto la fortuna di assistere ai suoi show in modo privilegiato. Dal backstage. Lato palco, a pochi metri da lui e dalla band.

L'idea di rivedere il Boss live a Milano mi ha stuzzicato. Ormai è sempre più vicino ai 60. E' ricco. Forse imborghesito. Probabilmente appagato. Oppure no? Forse è sempre il rockettaro di un tempo, capace di emanare ancora quella prorompente energia che ha reso mitici i suoi concerti? Non lo so. Il concerto è stato bello. Impeccabile. Forse troppo. Credo che l'atmosfera dei palazzetti non giovi del tutto alla carica di Springsteen. Per questo voglio rivederlo a Giugno, a S.Siro. Sicuramente sarà tutta un'altra storia.

Al di la dei momenti più commoventi, come il solo di Clarence su Born to run, ciò che mi ha maggiormente colpito sono alcune immagini del concerto. Questi flash probabilmente riescono a restituire molto meglio di tante parole ciò che il concerto è stato.

Ho visto ragazzi, e adulti, che pur di essere i primi ad entrare sono arrivati ai cancelli 3 giorni prima del concerto. Hanno risposto ad appelli ogni 2 ore (giorno e notte) pur di conquistare un braccialetto per il pit e la garanzia di assistere allo spettacolo dalla prima fila. Ho visto 10.000 persone esplodere all'unisono appena il Boss ha messo piede sul palco. Ho visto 20.000 braccia agitarsi al ritmo della musica. Ho sentito il canto del pubblico coprire la voce di Bruce sui pezzi storici. Ho visto un mito del giornalismo musicale, Paolo Zaccagnini. L'ho visto con la sua barba lunga, alla ZZ-Top. L'ho visto ballare per due ore. Agitando il suo bastone in aria. Con l'energia di un ragazzino. Ho visto Bruce lasciare l'arena. Sorridente. Felice. Ha salutato come fossimo tutti suoi amici da una vita. L'ho visto salire in macchina. L'ho sentito dire ci vediamo a giugno!

Già. Ci rivediamo a giugno Bruce. Finalmente a S.Siro. Potrai così assorbire l'energia di 80.000 persone. E riversarla decuplicata su tutti i tuoi fans.

sabato 8 dicembre 2007

John Lennon & Dimebag Darrel

Ci sono coincidenze strane. Eventi legati ai numeri. Come ad esempio la maledizione dei 27 anni e della J. Quasi una leggenda. Girava alla fine degli anni '60. In realtà più che una leggenda una strana coincidenza. Si diceva che a causa della maledizione artisti famosi con la J nel proprio nome (o cognome) sarebbero morti a 27 anni. E' successo a Brian Jones. A Janis Joplin. A Jimi Hendrix. A Jim. Morrison ovviamente. A causa di questa leggenda Mick Jagger ha passato un periodo piuttosto teso. Ma alla fine ha compiuto i 28 anni.

Ma il caso ed i numeri si intrecciano spesso in modo bizzarro. 8 dicembre. Un giorno di festa. Legato anche ad una tragedia. Anzi due. Due atti di follia con impressionanti tratti in comune. Due omicidi, causati dalla schizofrenia di due persone.

Il primo è scritto nella storia. Non solo della musica. L'assassinio di John Lennon a New York. Sotto casa sua. Per mano di un folle. Un gesto che ha inesorabilmente privato il mondo di uno dei maggiori talenti artistici. John Lennon, il ribelle pacifista che ha rivoluzionato la musica ed il mondo.

Il secondo evento è forse meno clamoroso. Ma solo per la minore fama del protagonista. 8 dicembre. Ancora. Sempre negli USA. Ma non a NY. A Columbus. Ohio. Uno dei più indiavolati e dotati chitarristi della scena heavy metal, Dimebag Darrel, ha trovato la morte per mano di un folle fan (?) che non ha saputo darsi pace dopo lo scioglimento dei Pantera.

Due eventi così simili, nella tragedia, nelle modalità e nei numeri. Due eventi casualmente avvenuti nello stesso giorno che hanno privato la scena musicale di due grandi talenti. L’unica speranza è che non nasca la maledizione dell’8 dicembre.