lunedì 31 dicembre 2007

Pino Scotto


La prima volta che ho sentito parlare Pino Scotto è stato come ricevere un pugno in faccia. Ero alla festa di Rock Tv, per sentire Giuliano Palma e i Blue Beaters. Di Pino conoscevo solo il nome. Prima del suo live hanno proiettato un'assurda intervista in cui ha sintetizzato il suo pensiero. Ai più è parso ridicolo e paradossale. Ignorante e volgare. In seguito con la sua musica ha confermato la sensazione. Poi, per fortuna, sono arrivati i Blue Beaters. E Pino Scotto è sparito dalla mia mente e dai miei ricordi.

Da pochi mesi però Gianculino mi ha portato sulla cattiva strada. Ogni venerdì sera su Rock Tv Pino Scotto conduce un programma. Per un'ora vomita sul pubblico la sua volgare filosofia. Rispondendo alle domande o agli insulti (dipende) ricevuti via sms. Il tutto è intervallato da video (rock) più o meno storici. La trasmissione conferma ulteriormente l'impressione originaria.

Con il tempo però ho capito una cosa. Pino Scotto è vero. E non è poco. Cento volte l'ho sentito dire che ha lavorato per 34 anni in fabbrica facendo rock di notte. E' la verità e nessuno lo può contraddire. Ed ha ragione quando attacca il sistema dicendo che siamo un paese di rincoglioniti che sbavano per gli idioti dei reality. Non si può controbattere. Ed ha ragione anche quando attacca chi si conforma alla massa. No doubt.

Pino Scotto resta comunque volgare e a tratti ridicolo. La sua musica continua a non piacermi. Ma alla fine ho capito. Dice sempre le stesse tre o quattro cose. E' vero. Ma ho capito che ci crede. Sul serio. E lo ha dimostrato durante tutta la sua vita. E continua a farlo. Con i fatti. A quasi 60 anni. Per questo, per questa sua incredibile coerenza, merita comunque grande rispetto. Grande Pino Scotto.

lunedì 17 dicembre 2007

Il nuovo album del Cifa

Gli artisti sono un po' particolari. Si sa. Raramente sono visti come persone "normali". Anche se a dire il vero io non ho ancora capito cosa voglia dire "normale". Comunque una cosa è certa, avere a che fare con artisti spesso vuol dire avere a che fare con persone un po' bizzarre. Credo sia in qualche modo legato alla loro sensibilità. Alla loro capacità di filtrare e riversare emozioni.

Questa sensibilità superiore però è quasi sempre legata a qualche mancanza. O meglio a qualche stranezza. Un chiarissimo esempio di questo concetto è rappresentato in carne ed ossa dal mio grande amico Gigi Cifarelli. Il Cifa è una persona incredibile. Un musicista straordinario. Un chitarrista che nulla ha da invidiare ai più grandi maestri americani. Anzi...Il Cifa ha sempre il sorriso sulle labbra. E anche quando non ha una chitarra in mano strappa sorrisi a tutti con la sua incontenibile gioia.

Ma essendo artista anche lui ha il suo, punto debole. La sua anomalia. Il suo problema è la gestione del tempo. Piuttosto critico per un chitarrista! No, in realtà il tempo Gigi lo tiene come pochi altri. Il problema è la gestione del suo tempo. Al di fuori della musica. Lui ci prova. In tutti i modi. Ma non riesce ad organizzarsi. Si maledice per questo. Ma proprio non ci riesce. Vorrebbe fare in due ore cose che ne richiederebbero almeno quattro. Alla fine è sempre di corsa (non solo in bici!). In ritardo. Alla perenne rincorsa degli eventi.

Questa cosa non è necessariamente negativa. Come quando suona per il suo pubblico. E continua a farlo per due ore oltre l'orario di chiusura. E' felice e rende felici i suoi ammiratori. Altre volte però la cosa è meno positiva. Ad esempio quando deve registrare un disco. E non si decide. Certo, perché sa che quando inizia non può più smettere. Ore infinite in studio a riversare su nastro la sua arte. E allora rimanda. Ma questo non piace ai suoi amici!

Gigi, siamo a fine anno. E' tempo di buoni propositi. Fanne uno per tutti noi. Prometti di metterti al lavoro. Il nuovo disco è pronto nella tua testa. Hai le idee molto chiare. Non farci aspettare ancora. Chiuditi in studio e registra. Spero che chiunque legga questo post ti mandi una mail per chiederti di non indugiare oltre! Forza Cif, il tempo passa e noi siamo sempre più impazienti!

venerdì 14 dicembre 2007

Springsteen e la E-Street Band - Milano

Benché all’epoca fossi piuttosto giovane ricordo che il primo concerto di Springsteen a S.Siro è stato un evento storico. Ancora oggi chi ha partecipato allo show lo ricorda come eccezionale. Forse irripetibile. Già irripetibile. Ho visto dal vivo Sprigsteen in più occasioni. Dal 1999 ad oggi ho assistito alla sua evoluzione artistica. Ho avuto la fortuna di assistere ai suoi show in modo privilegiato. Dal backstage. Lato palco, a pochi metri da lui e dalla band.

L'idea di rivedere il Boss live a Milano mi ha stuzzicato. Ormai è sempre più vicino ai 60. E' ricco. Forse imborghesito. Probabilmente appagato. Oppure no? Forse è sempre il rockettaro di un tempo, capace di emanare ancora quella prorompente energia che ha reso mitici i suoi concerti? Non lo so. Il concerto è stato bello. Impeccabile. Forse troppo. Credo che l'atmosfera dei palazzetti non giovi del tutto alla carica di Springsteen. Per questo voglio rivederlo a Giugno, a S.Siro. Sicuramente sarà tutta un'altra storia.

Al di la dei momenti più commoventi, come il solo di Clarence su Born to run, ciò che mi ha maggiormente colpito sono alcune immagini del concerto. Questi flash probabilmente riescono a restituire molto meglio di tante parole ciò che il concerto è stato.

Ho visto ragazzi, e adulti, che pur di essere i primi ad entrare sono arrivati ai cancelli 3 giorni prima del concerto. Hanno risposto ad appelli ogni 2 ore (giorno e notte) pur di conquistare un braccialetto per il pit e la garanzia di assistere allo spettacolo dalla prima fila. Ho visto 10.000 persone esplodere all'unisono appena il Boss ha messo piede sul palco. Ho visto 20.000 braccia agitarsi al ritmo della musica. Ho sentito il canto del pubblico coprire la voce di Bruce sui pezzi storici. Ho visto un mito del giornalismo musicale, Paolo Zaccagnini. L'ho visto con la sua barba lunga, alla ZZ-Top. L'ho visto ballare per due ore. Agitando il suo bastone in aria. Con l'energia di un ragazzino. Ho visto Bruce lasciare l'arena. Sorridente. Felice. Ha salutato come fossimo tutti suoi amici da una vita. L'ho visto salire in macchina. L'ho sentito dire ci vediamo a giugno!

Già. Ci rivediamo a giugno Bruce. Finalmente a S.Siro. Potrai così assorbire l'energia di 80.000 persone. E riversarla decuplicata su tutti i tuoi fans.

sabato 8 dicembre 2007

John Lennon & Dimebag Darrel

Ci sono coincidenze strane. Eventi legati ai numeri. Come ad esempio la maledizione dei 27 anni e della J. Quasi una leggenda. Girava alla fine degli anni '60. In realtà più che una leggenda una strana coincidenza. Si diceva che a causa della maledizione artisti famosi con la J nel proprio nome (o cognome) sarebbero morti a 27 anni. E' successo a Brian Jones. A Janis Joplin. A Jimi Hendrix. A Jim. Morrison ovviamente. A causa di questa leggenda Mick Jagger ha passato un periodo piuttosto teso. Ma alla fine ha compiuto i 28 anni.

Ma il caso ed i numeri si intrecciano spesso in modo bizzarro. 8 dicembre. Un giorno di festa. Legato anche ad una tragedia. Anzi due. Due atti di follia con impressionanti tratti in comune. Due omicidi, causati dalla schizofrenia di due persone.

Il primo è scritto nella storia. Non solo della musica. L'assassinio di John Lennon a New York. Sotto casa sua. Per mano di un folle. Un gesto che ha inesorabilmente privato il mondo di uno dei maggiori talenti artistici. John Lennon, il ribelle pacifista che ha rivoluzionato la musica ed il mondo.

Il secondo evento è forse meno clamoroso. Ma solo per la minore fama del protagonista. 8 dicembre. Ancora. Sempre negli USA. Ma non a NY. A Columbus. Ohio. Uno dei più indiavolati e dotati chitarristi della scena heavy metal, Dimebag Darrel, ha trovato la morte per mano di un folle fan (?) che non ha saputo darsi pace dopo lo scioglimento dei Pantera.

Due eventi così simili, nella tragedia, nelle modalità e nei numeri. Due eventi casualmente avvenuti nello stesso giorno che hanno privato la scena musicale di due grandi talenti. L’unica speranza è che non nasca la maledizione dell’8 dicembre.